Porto il saluto e il ringraziamento dell’Associazione veneta degli avvocati amministrativisti agli illustri relatori, ai numerosi presenti, a tutti coloro che hanno reso possibile questo convegno.

Un ringraziamento particolare perché è un convegno particolare, è il 20º convegno di Castelfranco.

È un convegno che, come Associazione veneta degli avvocati amministrativisti, sentiamo nostro, è ormai un pezzo della nostra storia. A Primo Michielan devo pubblicamente riconoscere il merito di aver assicurato la gestione del convegno in questi vent’anni e di aver presidiato con cura lo spazio di questo convegno.

Questo di Castelfranco è un convegno che da sempre intende porsi in termini di ausilio concreto agli enti locali, ai funzionari, agli amministratori pubblici (oltre che naturalmente ai liberi professionisti).

Ed è nel confronto con le pubbliche amministrazioni che assume significato il nostro lavoro come avvocati amministrativisti.

Il senso di questa edizione del convegno è ben indicato nel titolo: principi e deroghe della nuova urbanistica veneta.

Ci stiamo spostando da un’età nella quale il quadro di sistema appariva saldo, con la pianificazione urbanistica generale e CON gli strumenti attuativi e i titoli edilizi che la rispettavano, a un’età caratterizzata da molte deroghe: il piano casa, ma anche gli accordi e la perequazione, o gli sportelli unici dell’attività produttiva, mentre i titoli edilizi sfumano sempre più in comunicazioni e segnalazioni.

Deroghe che si generalizzano e stabilizzano: basti pensare al passaggio dal “piano casa ter” a Veneto 2050.

E’ problematico il rapporto tra deroghe e principi. Le deroghe sono deroghe alla disciplina generale, ma devono rispondere alle esigenze effettive dell’urbanistica. E attraverso le deroghe devono perseguirsi gli obiettivi di fondo, quali il recupero e la densificazione dell’esistente per preservare il resto del territorio da un consumo divenuto insostenibile.

C’è dunque – nell’urbanistica veneta attuale – la poesia: le grandi linee di tendenza, il 2050. E c’è la prosa: gli adempimenti concreti cui i Comuni sono tenuti nei prossimi giorni, per i crediti da rinaturalizzazione, per importare le definizioni del regolamento edilizio tipo, per rispettare la disciplina imposta per il contenimento del consumo del suolo.

In tutto ciò noi possiamo essere utili alle amministrazioni. Poi, come avvocati, sosterremo le ragioni degli uni o degli altri perché quello è il nostro lavoro. Ma il tentativo di individuare delle interpretazioni ragionevoli è comune a noi e alle pubbliche amministrazioni. Così come il tentativo di avere uno sguardo più ampio, che dal singolo problema si sposti consapevolmente al governo del territorio.

Infine, è l’edizione dei vent’anni, e non posso non ricordare il professor Leopoldo Mazzarolli, cui questo convegno è dedicato. Del professor Mazzarolli siamo stati un po’ tutti allievi, molti di noi anche direttamente, seguendo le sue lezioni. Egli è stato per molti anni presidente della sessione mattutina di questo convegno, e la sua presenza era autorevole e discreta insieme.

Ed è con le parole del professor Leopoldo Mazzarolli che vorrei esporre l’ultimo pensiero di questo saluto.

Il nostro rapporto con i giudici, che sono una presenza costante qui a Castelfranco.

Diceva da questo palco il prof. Mazzarolli: “sono convinto che solo mediante un’azione congiunta, uno sforzo comune della curia e del foro, sia possibile affrontare i molti e complessi problemi che affliggono la giustizia“.

E dunque: le cose sono complicate, il territorio è un bene che implica la responsabilità di chi concorre a intervenirvi. C’è bisogno di una continua tensione ideale di tutti, e in particolare di noi avvocati e dei giudici.

Come gli avvocati, così anche i giudici non sono tutti uguali.

Noi speriamo che la passione e la competenza dei migliori possano contribuire al miglioramento anche degli altri.

Stefano Bigolaro

(Presidente Associazione veneta degli avvocati amministrativisti)

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